What people say about me
“Wexford - La Ciociara”
“The role of the stalwart, anti-violence professor Michele was assumed with great aplomb by Leonardo Caimi. While his peacenik presence among all this carnage may seem too good to be true, Mr. Caimi’s gleaming tenor was conversely the real deal. His lustrous vocalizing was alternately sweet and potent, as required, and his pleasant stage demeanor was perfect for this personage who really wants to calm the waters. The scene of his arrest, when his goodness is methodically demonized by Nazi’s, was a heart-wrenching highpoint of the piece”.
Il ruolo del fedele professore anti-violenza Michele è stato assunto con grande disinvoltura da Leonardo Caimi. Mentre la sua presenza pacifista in tutta questa carneficina può sembrare troppo bella per essere vera, il brillante tenore di Caimi era al contrario un vero affare. La sua brillante vocalizzazione era alternativamente dolce e potente, come richiesto, e il suo piacevole comportamento sul palco era perfetto per questo personaggio che vuole davvero calmare le acque. La scena del suo arresto, quando la sua bontà viene metodicamente demonizzata dai nazisti, è stato uno dei momenti più strazianti del pezzo”.
- James Sohre, operatoday.com -“Manon - Israeli Opera Tel Aviv”
“Il tenore italiano Leonardo Caimi nei panni di Manrico è superbo dalla prima all'ultima nota - inclusa la mia stretta preferita
"Di quella pira", dove ha suonato brillantemente entrambi i Do superiori”.
- Lina Goncharsky, www.culbyt.com“Madama Butterlfly - WNO”
“Accompanying El-Khoury in the multifaceted role of Pinkerton was Italian-born Leonardo Caimi, a stellar example of the old-school/new-school vein still alive and well in the 21st century. Caimi’s stellar voice, a full-breasted yet supple instrument, in his rendition of the damned American is a mixture par excellence of austere, technical clarity saturated with emotional honesty and Bel canto dexterity. Like El-Khoury, his adamant lyricism and intrepid balance in all registers of his vocal faculties is something to be admired, especially as a spinto-leaning tenor whose repertoire extends in both directions with Mozart’s Requiem all the way to Bizet, Verdi, and the heavier sides of Puccini. It’s not immoderate to say that Caimi is, like El-Khoury, a contemporary bastion of Bel canto verisimilitude”.
The sensuously robust nature of Caimi’s tenorial identity, with his proclivity towards artful phraseology and unsacrificed fluidity no matter the dramatic moment, posits him as a continuer of the dramatic, Bel canto tradition of tenorial exceptionality. Like El-Khoury, every moment his voice was gifted to us was phenomenal, but it was first and foremost “Amore o grillo,” our view into Pinkerton’s uncertainty around Cio-Cio-San, where his voice first inadvertently pronounced himself. The duet “Dovunque al mondo” with Sharpless, sung in suave accord by Mark Stone, was another moment of intelligent bravado, while his final aria “Addio, fiorito asil,” bespoke Caimi’s exceptional ability to cogently relay both superficial and unspoken emotional into sonic streams”.
- John Vandevert, OPERAWIRE -“Manon - Israeli Opera Tel Aviv”
“The soloists in the main roles continued the good performance (given by the conductor) .... The Italian tenor, Leonardo Caimi, in the role of Des Grieux, he was a perfect partner. Besides the nostalgic fact, for his similarity to Toni Danza of "Who's the boss", Caimi demonstrated to be an impressive singer. Beautiful voice, strong and full of colors, which he manages keeping the softness of the sound even in the high notes. The relationship between the two protagonists was very persuasive concerning the staging and very beautiful musically”.
- Haaretz, www.haaretz.com“Manon - Israeli Opera Tel Aviv”
“Just possibly, a coproduction between the Israeli Opera, the Lithuanian National Opera and the San Francisco Opera (just such an intricate product was presented to us at the Tel Aviv premiere last night) should be called Des Grieux, because the Chevalier and his père are still human in this toy world. This is just how the cards fell: the fantastic performers of Des Grieux's roles - Italian tenor Leonardo Caimi (Chevalier) and Israeli bass Vladimir Brown (Count) - made the strongest impression. [...] Leonardo Caimi as the Des Grieux Jr. captivated with his superb voice, beautiful at all registers, from the top down, and an incomparable sound on pianissimo. From his first entrance on the stage, the Italian tenor fascinated and captured the audience giving an unrivaled performance: every vocal phrase - expressive, sophisticated and passionate - springs from his interior, profound musicality; and from the acting side he was incredibly honest and equally noble (Caimi is also stately and handsome).
The scene in the church of Saint-Sulpice was especially impressed - when the Abbot Des Grieux, after showed incredible vocal refinement and after molded long phrases so flexibly, he laid down on the floor with his arms outstretched - an almost literally reflection of the hanging crucified Jesus on the stage. As we all know, Cavalier Des Grieux has his own "the letter scene" with the aria “En fermant les yeux” - it was in that moment when Leonardo Caimi showed what a truly romantic hero is. Moreover, Caimi turned out to be a wonderful partner: his duets with the excellent Russian soprano Ekaterina Bakanova as Manon developed from the very beginning, although they acquired special charm in the third act, where the lovers come together, and in the final scene when they separate forever”.
- Lina Goncharsky, culbyt -“La Bohème - Torre del Lago Puccini Festival”
“Quant à Caimi, on peut difficilement rêver mieux pour le rôle de Rodolfo : puissance, accents à la fois doux et virils, technique solide lui permet d'émettre les plus beaux sons dans tous leurs extrêmes”.
- www.forumopera.com -“Carmen - Las Palmas”
“Al suo fianco, la sorpresa di trovare un altro valido ed apprezzato artista, il tenore Leonardo Caimi chiamato “last minute” dalla natia Calabria (le peripezie del viaggio le ha patite pure lui in un periodo dell’anno in cui le Canarie sono letteralmente invase dal turismo, in crescita quello italiano) a sostituire il collega statunitense Bryan Hymel, che ha dato forfait. Caimi, di recente passato anche al Teatro alla Scala in un ruolo di fianco ne La cena delle beffe di Giordano, svolge un’intensa attività all’estero, ospite fisso a La Monnaie di Bruxelles, alla Semperoper di Dresda, alla Deutsche Oper di Berlino e prossimamente al Covent Garden di Londra per Tosca e Les contes d’Hoffmann e alla Bayerische Staatsoper di Monaco quale Rodolfo ne La Bohéme. “Nemo profeta in patria” o quasi: ma per lui con questi chiari di luna a casa nostra tutto sommato è un bene. Sono stato felice di riascoltarlo dal vivo dopo parecchio tempo e di trovarlo maturato, sia vocalmente con la sua bella voce maschia dal colore quasi baritonale che lo rende identificabile, che da un punto di vista interpretativo, poiché quello di Don José è un ruolo che frequenta spesso e che sente molto. Anche nel suo caso gioca a favore la perfetta aderenza scenica, che oggi come oggi non è più un optional in teatro, ma soprattutto l’ardente fraseggio, la capacità di modulare I suoni, per esempio addolcendo e smorzando l’acuto della celebre romanza “del fiore” e poi dimostrando tragica veemenza nel tremendo duetto finale con la protagonista. Pure per lui un meritato trionfo, dettato dal calore tipicamente ispanico del pubblico che affollava il teatro in ogni ordine di posti”.
- Andrea Merli, Opera -“Manon Lescaut - De Grieux”
“Le si affianca il Renato De Grieux di Leonardo Caimi con il quale formano sul palco una coppia decisamente appagante. Il tenore può contare su una notevole prestanza fisica, un timbro virile e scuro, quasi baritonale, una voce grande capace sempre di superare l’orchestrazione e una salita all’acuto potente e luminosa. La prestazione del tenore cresce di atto in atto tra il calore e il consenso del pubblico. Da vita ad un cavaliere bello, aitante, e credibile sin dal primo incontro quando spinto letteralmente dall’amico Edmondo si fa avanti verso Manon a regalarle un fiore. Appassionato nell’impeto amoroso del primo atto. Coraggioso e impavido amante che tenta di liberare la sua donna, pistola alla mano, nel terzo atto. Uomo disperato che assiste impotente alla morte della donna amata nel commovente e tragico finale. Le tende rosse del sipario si chiudono sull’ultimo abbraccio di De Grieux al corpo steso ed esanime della donna che ama. Persa, irrimediabilmente e per sempre. Il suo pianto disperato viene sovrastato dagli applausi”.
- Loredana Atzei, I Teatri dell’Est -“Werther - Teatro Wielki”
L’interesse maggiore stava nel protagonista, il tenore di Lamezia Leonardo Caimi…Siamo di fronte ad un Werther per nulla rassegnato, depresso e perdente in principio. Anzi, sia l’impostazione registica che, soprattutto, quella musicale ne esaltano il versante maschile ed umano... i suoi slanci amorosi sono non solo plausibili ma assolutamente credibili. La vocalità robusta, piena nel centro e ben sostenuta in acuto, fanno il resto. Ma l’interprete, consapevole dello stile e della peculiarità del canto francese, usa anche il suono misto e, nel momento opportuno per sottolineare la dolcezza del canto innamorato pure il falsetto. Un gran bel Werther, che ha scatenato l’applauso più convinto e prolungato dopo la celebre aria “Porquoi me réveiller” ed ha ottenuto un meritato trionfo personale alla ribalta finale dove s’è perso il conto delle numerose chiamate”.
- Andrea Merli, Opera -“Palla de’ Mozzi - Signorello”
“Leonardo Calmi ha figura e portamento per ben vestire i panni del giovane combattente; ha affrontato impavido una scrittura ardua e l'ha sempre valorosamente sostenuto, anche nei momenti più roventi, come le perorazioni del primo e del terzo Atto”.
- Giancarlo Landini, Opera -“Turandot - Calaf”
“Eccezionale in questa serata il giovane tenore Leonardo Caimi come Calaf. La sua bella voce irrompe con un timbro caldo, baritonale e i suoi acuti brillanti e pungenti sfondano senza fatica e perdita di forza il fortissimo dell’orchestra. Il suo "Nessun dorma" non ha nulla da temere in paragone alle incisioni famose di grandi tenori, e anche la espressività della sua recitazione convince”.
- Andreas H. Hölscher, Opernnetz -“Bohème – Rodolfo”
“...Poco importa, allora, se la scena è povera e Parigi lontana: quando Rodolfo è Leonardo Caimi, personalità accattivante,
fraseggio penetrante e acuto luminoso, in un bel crescendo nel corso degli ultimi due quadri”.
- Giuseppe Montemagno, Opera -“Les Vepres Siciliennes - Henri”
“...È anche il debutto del ruolo principale maschile. Coloro che hanno ascoltato Leonardo Caimi per la prima volta a Francoforte come "Cavaradossi" conoscono le qualità di un vero e solido tenore italiano. Anche se a Francoforte si esegue la versione originale francese, l’"Henri" di Caimi suona come un tipico cavallo di battaglia dell'opera italiana.
Egli supera con padronanza le temute vette del ruolo”.
- Michael Demel, Der Opernfreund -“Madama Butterfly - Pinkerton”
“Un Pinkerton che sfoggia una bellissima voce tenorile vellutata, calda, che si fa notare anche per l’emissione, sempre naturalmente morbida ed omogenea”.
- GBOpera -“Adriana Lecouvreur - Maurizio di Sassonia”
“Ténor au timbre lumineux et au tempérament affirmé, Leonardo Caimi affiche en Maurice une tenue stylistique irréprochable, maintenant constamment élevée la qualité du legato et de la projection”.
- Sébastien Foucart, Concertonet -“La Rondine - Ruggero”
“Leonardo Caimi ha delineato il personaggio di Ruggero nella sua tenera ingenuità; partecipe delle emozioni del giovane innamorato, ha messo i giusti accenti per un secondo atto frizzante e spensierato, riuscendo poi a trovare le intenzioni più drammatiche nel terzo atto dove la pagina Dimmi che vuoi seguirmi è stata eseguita con grande trasporto emotivo ed eleganza vocale”.
- Simone Tomei, Gli amici della musica -“Tosca - Cavaradossi”
“Grande successo personale per Caimi, dalla voce potente che nella celebre romanza “E lucevan le stelle” ha mandato in visibilio il pubblico, rasentando la perfezione”.
- Radio Città Stereo -“La Traviata - Alfredo”
“In his American debut, Italian tenor Leonardo Caimi sang Alfredo with open-throated ardor and nuance”.
- Mark Stryker, Detroit Free Press -